Abuso sessuale su minore e valutazione del minore. Le domande inducenti e la incidenza sulla testimonianza
La Cassazione fornisce le linee guida per la valutazione del minore . Il Giudice può trarre il proprio convincimento circa la colpevolezza dell’imputato anche dalle sole dichiarazioni rese dalle persone offese, sempre che siano state sottoposte a vaglio positivo circa la loro attendibilità. In particolare, per i minori è necessario che l’esame della credibilità sia onnicomprensivo e tenga conto di più elementi quali l’attitudine a testimoniare, la capacità a recepire le informazioni, ricordarle e raccordarle, la qualità e natura delle dinamiche familiari e dei processi di rielaborazione delle vicende vissute (Così Sez. 3, n. 29612 del 27/7/2010, P.C. in proc. R. e altri., Rv. 247740).
Cio’ significa che valutare l’attitudine del soggetto a rendere testimonianza consiste nell’accertare la capacità del minore di percepire , ricordare ed esprimere eventi ed informazioni specifiche.
In sintesi dunque la competenza a testimoniare riguarda il rapporto tra realtà oggettiva e realtà soggettiva e fa riferimento alla valutazione delle capacità percettive , mnestiche cognitive e linguistiche , ed alla corrispondenza tra il livello di funzionamento psichico e l’accuratezza della testimonianza .
E’ vero – ha più volte osservato la Suprema Corte (ex plurimis Cass. sez. 3^, 5 maggio 2010-27 luglio 2010, n. 29612) – che la valutazione delle dichiarazioni testimoniali del minore, che sia parte offesa di un delitto di tipo sessuale – proprio in considerazione delle assai complesse implicazioni che siffatta materia comporta (di ordine etico, culturale ed affettivo) e delle quali non è facile stabilire l’incidenza in concreto – presuppone un esame della sua credibilità in senso omnicomprensivo, valutando la posizione psicologica del dichiarante rispetto al contesto di tutte le situazioni interne ed esterne; la sua attitudine, in termini intellettivi ed affettivi, a testimoniare, tenuto conto della capacità del minore di recepire le informazioni, di ricordarle e raccordarle; nonchè, sul piano esterno, le condizioni emozionali che modulano i suoi rapporti con il mondo esterno; la qualità e la natura delle dinamiche familiari; i processi di rielaborazione delle vicende vissute, con particolare attenzione a certe naturali e tendenziose affabulazioni
E’ sperimentalmente dimostrato che un bambino quando è incoraggiato e sollecitato a raccontare un episodio, da persone che esercitano una certa influenza su di lui, ( ogni adulto è per un bambino un soggetto autorevole tende a fornire la risposta compiacente che l’interrogante si attende e che dipende in buona parte dalla formulazione della domanda , se reiteratamente sollecitato con inappropriati metodi di intervista che implicano la risposta o che trasmettano notizie il minore puo’ ,a poco a poco, introiettare quelle informazioni ricevute , che hanno condizionato le sue risposte , fino a radicare un falso ricordo autobiografico Cass III 8.3.2007n.121
E’ appena il caso di ricordare come i bambini, soprattutto in età prescolare, siano malleabili ed influenzabili e, se interrogati con inopportune domande inducenti, possono rispondere compiacendo l’intervistatore.